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Parliamo di rinascita

Shavasana e rinascita

Il Marajà Parikshit era a cavallo nei boschi, stanco e assetato.
Quando incontra Rishi Shamika la prima cosa che fa è chiedergli dell’acqua.
In quel momento Rishi Shamika è in uno stato di meditazione talmente profonda che non si accorge della presenza del forestiero.

Il Marajà, sentendosi ignorato e offeso, in preda all’ira avvolge un serpente morto intorno al collo del meditatore, che però resta impassibile e ignaro di quanto sta accadendo.
Shringi, figlio di Rishi, venuto a conoscenza dell’oltraggio nei confronti del padre, sente un incontrollabile desiderio di vendetta e maledice Parikshit condannandolo alla morte, entro sette giorni, proprio per il morso di serpente.

Lo stesso Rishi Shamika, venuto a conoscenza della maledizione, avvisa il Marajà: la maledizione è però irreversibile, non può in alcun modo essere annullata.
Parikshit, consapevole del suo destino, rinuncia a tutti i suoi beni, abbandona il trono e si dirige dal saggio Sukadeva e gli chiede di insegnargli la disciplina yoga. Al termine del settimo giorno Parikshit è pronto ad accogliere la morte fisica senza timore e godendo per sempre della pace spirituale raggiunta grazie allo yoga.

Ogni volta che pratichiamo Shavasana, la posizione del cadavere, noi ripercorriamo la storia del Marajà Parikshit: l’abbandono del corpo nella posizione del cadavere è metafora della morte materiale come condizione necessaria alla successiva rinascita.

E possiamo rinascere ogni giorno, in ogni istante. Lo facciamo ogni volta che guardiamo dentro noi stessi e riconfiguriamo le nostre priorità e il nostro modo di guardare al presente.

Shiva, il danzatore cosmico

Parlando di rinascita, Shiva (o Siva) ne è l’emblema.
Insieme a Brahmā e Viṣṇu, Śiva costituisce la trinità hindu. Śiva è chiamato anche con altri nomi: ognuno identifica una sfaccettatura e una caratteristica della sua figura: il Beneaugurale, il più grande tra gli asceti, il Signore del Sonno, il Ballerino Cosmico e il Distruttore.

Quest’ultimo, in particolare, non è da intendersi in chiave negativa. Rappresenta infatti l’azione di “distruzione” di ciò che ostacola la realizzazione di qualcosa (oppure l’ineluttabilità legata alla necessità stessa che un determinato evento avvenga).

Si lega al concetto che, a volte, non è possibile una creazione prima della distruzione (superamento) di una situazione precedente.
Shiva concretizza proprio questa forza, che aiuta il compiersi degli eventi in maniera invisibile ma estremamente efficace.
È l’emblema della rinascita che avviene, a volte, anche dopo un evento negativo.

Infine: Birdman (non il film)

Dopo lo tsunami, in India, il signor Sekar notò un paio di pappagallini verdi appollaiati sulla veranda di casa.
Nel mezzo della città, dove non esisteva neanche un piccolo spazio di verde.

Immaginando che fossero affamati e non sapessero dove andare, iniziò a dar loro da mangiare, e così facendo diede loro una casa. Tutte le mattine, prima di andare al lavoro, prese l’abitudine di cucinare per loro del riso.
Dopo un po’ iniziarono ad arrivarne altri, e poi altri ancora. E poi sempre di più.

A circa 15 anni da quel giorno, il signor Sekar è soprannominato Birdman, l’uomo degli uccelli: infatti la sua “famiglia” di volatili è diventata di oltre 4.000 calopsitti. La metà del suo stipendio serve a comprare il riso per sfamarli.
In una città di 5.000.000 di abitanti un solo individuo è riuscito a fare la differenza. E a far rinascere una cosa bella da una tragedia.